La recente assemblea inaugurale della Consulta regionale dei Calabresi nel mondo si è aperta con l’intervento del prof. Mauro Alvisi chiamato dal Presidente Roberto Occhiuto per una riflessione dal titolo La tutela reputazionale della Calabria.
L’oratore ha definito con molto rigore la situazione attuale cogliendone gli aspetti negativi ma soprattutto le tante potenzialità che la Calabria esprime.
Cominciamo intanto a spegnere quel “fuoco amico” alimentato dal gossip facile del discredito della terra di origine…
Il testo integrale del prof. Alvisi nella rubrica Notes del Sito.
Mauro Alvisi
«Per troppo tempo si è raccontata una narrazione distorsiva e lesiva di questa straordinaria e antichissima terra. Tanto da farne un cliché di luoghi comuni tendenti al vilipendio del popolo calabrese in Italia e nel mondo…
La Calabria non è solo mare. L’identità del territorio conta molto e andrebbe studiata certamente meglio…
«Il focus si sposta, dunque, sulle sfaccettature che influiscono negativamente sulla reputazione della nostra regione: La Calabria è ultima in Italia per alcuni indicatori quali ad esempio, le infrastrutture. Sarebbe più semplice ovviare ai problemi collegando la viabilità interna, senza abbandonare il progetto cardinale del ponte sullo Stretto.
«Per non parlare, poi, del fuoco amico, cioè tutti i conterranei che purtroppo cadono nel gossip facile del discredito della terra d’origine, diffondendo leggende lesive sulla Calabria. I media, in particolare, internazionali, nazionali e perfino locali, drammatizzano spesso morbosamente e in modo eccessivo i problemi locali.
Una buona Reputazione, però, non la si ottiene con una operazione di facciata, di make up, non è da confondere con una comunicazione pubblicitaria o una campagna media: la reputazione è frutto di un comportamento pianificato, misurazione della differenza tra ciò che si afferma e ciò che effettivamente si fa. Inoltre è ormai indelebile e non si risolve con foto o video promozionali. La Calabria è terra ricca di eccellenze, ma la comunicazione le livella verso il basso. Per cambiare reputazione ci vuole diversa consapevolezza e, soprattutto, spirito di squadra…
«Le dinamiche economiche che seguono alla pandemia, pur in presenza di un sanguinoso conflitto europeo, sono molto interessanti e, a detta degli esperti, rafforzeranno ulteriormente il connubio tra turismo, gastronomia locale, beni culturali, università e scuole che scalano le classifiche nazionali e internazionali dell’eccellenza, la forza di una rarefatta ma incisiva produzione industriale e terziaria e il nuovo vigore effervescente delle tradizioni e dell’artigianato locale: secondo studi recenti, le grandi metropoli sarebbero state quelle destinate a crescere demograficamente nei prossimi trent’anni, ma dopo il Covid non è già più così. Torneremo fortemente a riscoprire la vita del borgo, con la ri-esplosione di arti e mestieri tipici.
È la vittoria dei tanti meravigliosi borghi calabresi che si affacciano sullo Ionio, sul Tirreno, si inerpicano tra la maestosa Sila, l’imponente massiccio del Pollino e il fascino devastante dell’Aspromonte, che si può esaltare da un buon collegamento in rete…
«Diventa fondamentale la digitalizzazione, forse la sfida principale a cui il territorio si trova di fronte, che consentirebbe riduzione dei costi e maggiore efficienza. La tutela reputazionale della Calabria coincide con la salvaguardia dell’identità dell’essere calabresi. Si innesta nella tutela più ampia della Magna Grecia, nella valorizzazione di un Meridione che deve sapersi fare baricentro della rinascita dell’intero Mediterraneo. E se riparte il Mediterraneo con le antiche autostrade dell’acqua, per le mete atlantiche, riparte il continente europeo e l’intero Occidente…
«La Calabria deve aprirsi alla narrazione dei calabresi nel mondo, le loro esperienze sono di gran lunga contaminanti e, dunque, trasmissibili: questa terra non ha ancora portato a termine il lancio della freccia, avrà un grande futuro proprio perché ha vissuto un altrettanto grande passato…
«La mission della Consulta che si insedia oggi è larga come la foglia e stretta come la via (come recitava il refrain di fine fiaba), dunque la tutela è un gioco di difesa e presidio ma anche di ripartenze (per usare il gergo calcistico), diventa fondamentale certificare di godere di una buona reputazione e poi rilanciare le eccellenze calabresi agli occhi del mondo intero: la reputazione si può definire come il ponte tra emergenza di un territorio e le sue eccellenze. L’obiettivo è far sì che l’emergenza curata e trasformata diventi eccellenza e che quest’ultima non si riduca mai a emergenza. In Calabria ci sono tutti i presupposti.