Dunque, Natuzza Evolo va isolata dal resto del mondo, e immediatamente.

Padre Agostino Gemelli su questo tema non manifesterà mai nessun dubbio. Anzi, mai come in questo caso, il Rettore dell’Università Cattolica di Milano è più che certo che non esiste altra alternativa possibile di fronte al dilagare della “fama” che incomincia a circondare questa giovane donna calabrese.

Ma Padre Gemelli, questa volta, va anche molto oltre il semplice concetto di “isolamento” della paziente, e consiglia al Vescovo di Mileto di imporre il “Divieto ai sacerdoti e alle persone iscritte all’Azione Cattolica di comunque interessarsi della cosa, sotto minaccia di pene”.

Il consiglio, quindi, al Vescovo di Mileto è che Natuzza sia immediatamente allontanata dalla casa dove vive: “Possibilmente allontanamento della persona, e collocamento in un ambiente refrattario, onde essa non possa esercitare la sua azione suggestiva”.

E per evitare ulteriori incomprensioni da parte dello stesso mons. Albera, il Rettore della Cattolica va giù ancora più duro: “Mi pare inutile ricoverare la Evoli in una casa di salute, dato che i medici di costì hanno già constatato in modo sicuro che si tratta di isterismo”.

Si intuisce a chiare lettere che Padre Gemelli non intende occuparsi più oltre del Caso-Evolo, o “Evoli”, come lui insiste con il chiamare Natuzza.

In altre occasioni, e in presenza di altri casi particolari e delicati come questo di Natuzza, Padre Gemelli non avrebbe mai indugiato così tanto, sarebbe invece partito da Milano di corsa per visitare il soggetto da mettere sotto osservazione, cosa che invece questa volta l’illustre sacerdote ritiene addirittura inutile fare, e forse anche superfluo.

C’è di più. Padre Agostino Gemelli denuncia senza mezzi termini l’incompetenza dei medici calabresi, che avevano fino ad allora seguito la ragazza, e usa tutto il suo carisma di scienziato per suggerire a mons. Albera di far calare su questa vicenda il silenzio più assoluto.

“Basta con gli interrogatori”, “Basta con gli esorcismi, a cui sottoponete la ragazza”. Tutto questo non fa altro che rafforzare tutta la sua “condizione isteroide”.

Da questo momento, il vescovo di Mileto farà di tutto per far rispettare fino in fondo le indicazioni ricevute da Milano.

“Riletta oggi, la relazione di Padre Gemelli appare non solo immotivata, superficiale e quasi irrituale, ma sul piano scientifico molto lontana dalle certezze a cui la scienza ci ha educato”. Lo afferma senza mezzi termini, e con grande efficacia, nel suo primo libro dedicato a Natuzza, Valerio Marinelli, che per mestiere e per tutta la vita ha fatto il docente universitario, ingegnere nucleare di grande carisma accademico.

Valerio Marinelli

Ancora giovanissimo lascia il suo lavoro al CNEN di Roma per andare a insegnare all’Università della Calabria appena nata, tradizionalmente “lontano da ogni forma di possibile suggestione religiosa”, e soprattutto primo vero biografo storico della donna di Paravati.

Valerio Marinelli, a proposito delle analisi di Padre Gemelli su Natuzza è molto esplicito, e da scienziato quale egli è sottolinea: “Non ho mai sentito parlare di isterici, analfabeti o colti, esibenti il fenomeno della scrittura spontanea e automatica del sangue. Affermare che l’emografia sia frutto di isterismo è assurdo, completamente antiscientifico”.

Valerio Marinelli va ancora oltre, e aggiunge: “Non ci vuole una grande intelligenza a confutare il giudizio del Fondatore della Cattolica, anche nel far discendere le visioni dei defunti della mistica di Paravati dall’isterismo. Perché, se in linea di principio non potevano avere carattere di allucinazioni, Natuzza aveva dato prove concrete della consistenza delle sue apparizioni, fornendo dettagli delle varie entità nonché i loro responsi, così precisi da convincere anche i più scettici”.

Come dire? Padre Gemelli ha toppato su tutti i fronti.

Naturalmente di fronte alle indicazioni avute dal Rettore del Sacro Cuore, al vescovo di Mileto, mons. Paolo Albera, non resta che agire e seguire le direttive ricevute dall’illustre scienziato. E così, subito dopo l’estate del 1940, la mattina del 2 settembre, per Natuzza Evolo è l’inizio di una nuova fase della sua vita.

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