Carmine Verduci
Non è facile sintetizzare il fascino e la magia di questo luogo attraverso semplici scatti. Ma in qualche modo Pietra Cappa alla fine del tuo cammino al suo cospetto, te la porti nel cuore, ha una energia che ti chiama, ti attira, come una madre. La sua maestosità è simile ad una presenza divina nel cuore dell’Aspromonte, genesi del tutto, cuore di una Calabria sconosciuta ma intensa, profonda ed energica…
Attraverso il nostro ultimo viaggio abbiamo vissuto la difficoltà, il sacrificio, l’attesa, il camminare silenziosamente ed inermi difronte ai suoi piedi, accompagnati da versi e riflessioni dello scrittore calabrese Francesco Perri, – il Parco d’Autore è a lui intitolato – che ci ha consegnato intense immagini di vita che fu, e che in qualche modo ancora permangono, rivivono sui percorsi battuti dagli amanti della montagna e dai curiosi provenienti da tutta Europa. Tutti rimangono colpiti non solo dall’intensità di emozioni e sensazioni che il luogo trasmette, camminando in questa “valle delle grandi pietre” che riserva e trasmette ad ognuno immagini e sensazioni difficili da sintetizzare ed esprimere.
Pietra Cappa meta di oltre 5.000 visitatori ogni anno, risulta essere il monolite più grande d’Europa, assieme ad essa, “Pietra Drione” (‘Ndriuni’) ed anche la famose Rocche di San Pietro dove la presenza dei Monaci bizantini appare evidente attraverso i romitaggi monastici scavati nella pietra a testimoniare come la sacralità di questi luoghi ha rappresentato per secoli il cuore pulsante della cristianità. Poco distante Pietra Tonda la cui sommità somigliante ad un cuscino rappresenta un punto panoramico capace di proiettarti dall’Aspromonte alle acque azzurre del mar Ionio.
Ai piedi di Pietra Cappa non lontano in località San Giorgio i resti di una antica chiesetta ricordano la presenza dei monaci che edificarono questi santuari immersi in una natura incontaminata e lontano dalle coste per sfuggire alle persecuzioni ed alle invasioni saracene.
Luoghi dell’anima, si potrebbe dire.