“Verdure, legumi e frutta a guscio”

Questo il consiglio del prof. Valter Longo per stare in buona salute e rimanere giovani a lungo.

Fa la spola tra la California e la Calabria, soprattutto Molochio, piccolo paese di origine dei genitori dove gli ultracentenari sono numerosi.  Ci sarà una ragione, avrà pensato e per scoprirla ha accantonato la sua passione per la musica che lo aveva portato a Los Angeles, per dedicarsi allo studio della biochimica e dell’invecchiamento.

 

Antonietta Catanese

Era partito per l’America per fare la rockstar. Oggi Valter Longo è famoso quanto Bruce Springsteen e deve la sua popolarità non a una chitarra elettrica, che continua a suonare molto bene quando può, ma alle molecole, al Dna e ai suoi sorprendenti studi sull’invecchiamento. La rivista americana Time lo ha scelto tra le cinquanta personalità più influenti della terra, tra Bill Gates e i neo-Nobel James P. Allison e Tasuku Honjo.

Il suo luogo del cuore è Molochio, il suo paese di origine nell’Aspromonte calabro, dove ritorna ogni anno malgrado viva all’altro capo del mondo. Nato a Genova, Longo trascorreva a Molochio le vacanze da bambino, col nonno, e a Molochio esiste la comunità di ultracentenari tra le più numerose al mondo dove il giovane gerontologo ha condotto una parte importante delle sue ricerche: oggi è direttore del Longevity Institute all’Università della Southern California e a capo del programma Longevità & Cancro dell’IFOM di Milano.

Un numero primo, a soli 51 anni: inventore della famosaDieta Mima Digiuno” confluita nel  libro-best seller La Dieta della Longevità, edito in Italia da Vallardi, tradotto in 14 lingue,  e cui è seguito un altro successo, Alla tavola della longevità.

Semplificando, noi siamo ciò che mangiamo. E Longo ha scoperto come bisogna mangiare per rimanere giovani a lungo, proprio come i nonni di Molochio. Quando ritorna in Calabria, amici e parenti non gli fanno mancare un “piatto di pasta e vaianedda” (i fagiolini verdi appena colti nell’orto di casa) che per lo scienziato valgono quanto una “assicurazione” sulla vita.

Prof. Longo, dove si trova adesso, a cosa sta “lavorando” e come divide la sua vita tra l’Italia e la California?

Direi cinquanta e cinquanta, mi divido equamente tra l’Italia e gli States. Adesso mi trovo a Los Angeles. Qui lavoriamo principalmente sulla “longevità sana” e sulla rigenerazione multi-sistemica, con focus sulle malattie dell’invecchiamento.

L’attualità: il Time l’ha inserita tra le 50 persone più influenti nel mondo. Cosa si prova nel sapere di essere un influencer a livello globale?

Sono contento. Soprattutto in America il Time ha molta influenza e questo ci permetterà anche di raccogliere più fondi per la ricerca, sia all’università che all’ IFOM, e dunque per le mie Fondazioni. Poi è una conferma che quello che stiamo facendo stia già influenzando molte persone. Non mi è mai piaciuto parlare solo di ricerca che cambierà le cose in un futuro lontano, ho sempre voluto anche pensare a come aiutare chi ne ha bisogno adesso.

Ci racconti gli esordi: sognava di fare questo da bambino?

No, da bambino sognavo di fare la rockstar. Poi al secondo anno di università, quando mi hanno chiesto di dirigere la banda dell’università come studente di jazz performance, ho dovuto fare una scelta e ho deciso di lasciare gli studi musicali per dedicarmi alla biochimica e all’invecchiamento. Avevo 19 anni e non ho mai fatto altro. Ho sempre pensato che fosse un campo fantastico, sia dal punto di vista scientifico che da quello medico.

Qual è la domanda più frequente che la “gente comune” le rivolge?

La domanda più frequente riguarda la dieta mima digiuno. Mi viene chiesto se davvero “allunga la vita”. Rispondo che non lo sappiamo, ma che sappiamo che riduce una serie di fattori di rischio per le malattie e l’invecchiamento.

La dieta giornaliera e la dieta mima-digiuno. Lei consiglia di non azzardare il fai-da-te e di rivolgersi agli esperti. Ma c’è qualche regoletta-base che può consigliare?

Spiego: la dieta giornaliera è al 100% fai da te, in base alle istruzioni e alle ricette che si trovano nei miei due libri.  In questi parlo di una dieta “pescetariana”: verdure, legumi, un po’ di pasta e pane e pesce qualche volta a settimana. Invece non bisogna improvvisare con la dieta mima digiuno. È troppo potente per essere lasciata al “fai da te”.

Ritornando alle origini, ci racconta cosa successe a Molochio, tra quei centenari che sono stati la chiave delle sue ricerche?

Per la verità tutto parte dalla ricerca di base fatta in California, ma ad un certo punto ho capito che era fondamentale trovare il denominatore comune tra scienza e tradizione. I centenari calabresi, ma non solo calabresi, hanno rappresentato un importante pilastro per il mio libro La Dieta della Longevità.

Un aneddoto delle sue interviste ai “nonni” di Molochio?

Un bell’aneddoto è quello della signora centenaria di Molochio a cui – durante una intervista con la televisione francese – ho chiesto: “Ma quante volte alla settimana lei mangiava la carne quando era giovane?”.  E lei, un po’ confusa, e dopo che la figlia le traduce la domanda in dialetto calabrese, sorride e risponde: “Sì, una volta eravamo riusciti a mangiare carne dopo che ci siamo infiltrati abusivamente in un matrimonio”. Quindi la carne non la mangiavano quasi mai.

C’è una più spiccata sensibilità, oggi, verso l’alimentazione? A cosa la addebita?

Al fatto che siamo circondati da malattie e malati, con terapia farmacologiche che spesso non fanno molto. Le persone hanno capito che questo non è il metodo migliore. Adesso viviamo tanto malati. La ricerca, e soprattutto quella sulla nutrizione, ha il chiaro potenziale di farci vivere di più e sani.

Quali sono i tre alimenti della lunga vita che non devono mancare sulla nostra tavola?

Verdure, legumi e frutta a guscio.

Una dritta per approvvigionare una buona materia-prima?

Selezionare cibo biologico,  quando possibile. Bisogna stare attenti non solo a cosa si mangia ma alla provenienza del cibo. I miei due libri spiegano come fare molte di queste scelte. Quindi partirei da lì e farei il possibile per selezionare al meglio finché non avremo qualcuno che farà questo per noi.

Conosciamo meglio Valter Longo e la sua vita “da scienziato”: qual è la sua giornata-tipo? Ha un hobby?

La mia seconda passione è la musica, quindi suono ancora chitarra e pianoforte,  quando posso. Quando ne ho la possibilità cerco anche di camminare e andare in bicicletta, soprattutto in California.

L’eterno dilemma tra studi umanistici e studi scientifici. È una falsa contrapposizione? Lei legge poesie o romanzi?

Sono due tipi di studi molto diversi ma che possono aiutarsi a vicenda. Purtroppo non ho molto tempo per leggere romanzi e quando riesco preferisco rileggere i classici: Pirandello, Kafka…

Lei si sente – o si è mai sentito –  un “cervello in fuga”?

“No, mai! Anche perché sono andato negli USA a suonare la chitarra. Quindi semmai sarei un polpastrello in cerca di una Stratocaster americana”.

Cosa consiglia ai ragazzi che vogliano seguire le sue “orme” sulla via della scienza?

Sicuramente di andare fuori dall’Italia per un po’, a lavorare con le persone più brave al mondo in un determinato settore, anche a costo di lavorare per loro gratis e fare qualche lavoretto per pagarsi le spese. Eventualmente però è anche bello tornare in Italia, soprattutto armati di queste nuove conoscenze e di questa esperienza.

Quando ritornerà in Calabria? Qui ci sono i parenti: cosa dicono di questa popolarità?

Torno in Calabria tre o quattro volte all’anno. È uno dei miei posti preferiti. Diciamo che quello calabrese è un popolo molto caloroso, una grande famiglia. Ho sicuramente visto molto più entusiasmo in Calabria che in Liguria, dove sono nato.

Un’ultima domanda. La Regione Calabria ha varato recentemente una Legge sulla Dieta Mediterranea. Pensa sia utile?

Come ho già scritto, la parola Dieta Mediterranea ormai non significa quasi niente per gli italiani, per due ragioni. Uno: tutti pensano di farla ma quasi nessuno la fa; due: metà delle indagini realizzate fanno vedere effetti limitati della Dieta Mediterranea, sia sulle malattie che rispetto alla longevità. In genere si parla di riduzioni delle malattie tra il 6 e il 13%.  Quello che è vero è che sicuramente è una buona dieta da fare e che è stata testata moltissimo. Però la dieta della longevità che descrivo nel mio libro ha un potenziale di molto superiore, anche se sicuramente non validato quanto quello della dieta mediterranea.

Il ricercatore Valter Longo con nonno Salvatore

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