Sidney | Tributo di memoria al ruolo delle donne nell’emigrazione.
“Si domanderà qualcuno perché parlare del passato… Bisogna guardare avanti… È vero, però non dimentichiamo che è importante comprendere il passato per poter apprezzare il presente e costruire il futuro”.
Silvana Toia
All’età di 14 anni sono partita per l’Australia. Voglio tanto bene alla mia terra natia, ma ho imparato presto ad amare anche la mia terra d’adozione.
Quando eravamo ancora a Gizzeria osservavo mia madre Rosa lottare duramente per portare avanti due figlie da sola, senza marito. Posso testimoniare le sofferenze di tante altre donne, che come mia madre hanno affrontato sacrifici indescrivibili per mandare avanti la famiglia.
Avevo un profondo desiderio di documentare il contributo all’esperienza migratoria di tante donne calabresi, umili come mia madre, che hanno vissuto una vita apparentemente semplice, ma che in realtà hanno giocato un ruolo straordinario. E così, assieme alle amiche Gina Carnovale Polito e Silvana Nero – e con l’aiuto di mia figlia Emilia, disegnatrice grafica – abbiamo ritenuto importante raccogliere e condividere questi ricordi con il pubblico sia italiano e che australiano, prima che andassero persi per sempre.
Il progetto maturò in occasione di una mostra, nel 2004 nel Nord di Sydney, dove noi viviamo, con l’idea di mettere a fuoco, soprattutto, il tema della separazione e del ricongiungimento delle famiglie, visto principalmente attraverso gli occhi delle donne. Il libro che ne è nato è Sempre Con Te, accolto con tanto entusiasmo in Australia e che ha ricevuto il primo premio dell’Associazione Nazionale per le tradizioni storiche, nel 2010.
Nel libro si racconta come l’inserimento e i primi anni siano stati molto difficili per tutti perché dovevano superare le difficoltà della lingua, abituarsi a una nuova cultura, farsi accettare e fare nuove amicizie. Soprattutto dovevano cercare di non farsi soffocare dalla nostalgia per la nostra terra e per i parenti lasciati nel vecchio mondo.
Abbiamo organizzato il volume in quattro sezioni: La vita nel villaggio, Il viaggio, L’arrivo, La ricongiunzione e la vita nel nuovo mondo. Il periodo storico è di mezzo secolo, dal 1920 al 1970. Abbiamo intervistato tante donne, ma purtroppo abbiamo potuto inserire soltanto nove testimonianze: separazione dai mariti che erano emigrati dall’Italia per primi, ricongiungimento avvenuto tempo dopo, spesso anche dopo molti anni, come nel caso di mia madre che ci vollero nove anni.
Racconta Clementina Agostino Polito di Platì (RC): “Io non ero preparata per un nuovo modo di vivere. Anche se era una casa modesta, almeno c’era l’acqua in cucina. C’erano anche i fornelli a gas, e non il fuoco per cucinare come a Cirella. Ci vollero circa due settimane per capire come usare la cucina a gas”.
Giuseppina Barillaro Sergi da Martone (R C): “Durante i tre anni in cui Pasquale era in Australia da solo, la vita, incluso il lavoro nella fattoria, ha continuato per me come prima. Le giornate erano sempre molto lunghe, ero sempre esausta per la dura fatica di seminare, zappare, scavare. Spesso andavo con mio padre in montagna, tirando un carro pieno di frutta e verdure e scambiavamo con i paesani i prodotti che non avevamo”.
L’arrivo. Il racconto di Tommasina Martino Russo di Gizzeria (CZ) ci fece ridere e piangere allo stesso tempo.
“Il nostro arrivo a Sydney, fu un po’ sfortunato. Giovanni sbagliò porto e così, non trovammo nessuno ad aspettarci. Ci sedemmo sulle valige e sui bauli attendendo il suo arrivo. I bambini più piccoli, non ricordando il suo viso, strillavano ‘Ecco! Arriva papà!’ ad ogni uomo che si avvicinava. Giovanni finalmente arrivò. Andammo tutti alla fermata del pullman, prendendo quello per Brookvale. La casa nostra era in via Verde, su un terreno paludoso e pieno di zanzare”.
Si domanderà qualcuno perché parlare del passato… Bisogna guardare avanti… È vero, però non dimentichiamo che è importante comprendere il passato per poter apprezzare il presente e costruire il futuro. D’altra parte ognuno di noi altro non è che il risultato del passato, dei valori che ci sono stati tramandati e che abbiamo il dovere morale di trasmettere alle nuove generazioni. Storie come quelle contenute in Sempre Con Te possono diventare motivo di stimolo per i giovani a non arrendersi mai di fronte alle difficoltà che la vita ci pone, mantenendo forte il senso della famiglia senza mai venire a compromessi con la propria dignità e integrità.
Le foto del volume sono di Erron Field.