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“Vai a Corigliano e guarda il Castello”. Parola di Vittorio Sgarbi

Nell’Italia delle meraviglie (Bompiani), che racconta Vittorio Sgarbi , c’è anche un po’ di Calabria. Una ”cartografia del cuore”, come indica il sottotitolo, che lo porta a Papasidero dove la popolazione intende dire la sua su come restaurare il santuario della Madonna di Costantinopoli. E da qui un elogio: “Se l’Italia si ‘papasiderizzasse’, come l’arcivescovo di Costantinopoli, la coscienza collettiva del patrimonio farebbe di certo un passo avanti”.

Poi, una ricostruzione della vicenda “Bronzi di Riace”, dagli inizi ai nostri giorni, con tutti gli strascichi culturali e artistici che ci stanno in mezzo.

Ma la “meraviglia” che l’ha veramente sorpreso, Sgarbi dove l’ha trovata?

“A Corigliano”, scrive, “si è compiuto un miracolo con il recupero del Castello Ducale… Sono rimasto colpito dalla prudenza con cui i protagonisti del restauro hanno operato sui suoi vecchi muri, giudicando che non fosse un luogo su cui fare sperimentazioni e ricerche per la loro vanità o il loro orgoglio di architetti”. (E qui una bordata contro Gae Aulenti, presa ad esempio, per il suo restauro di Palazzo Grassi a Venezia).

“Questo Castello è stato restaurato con lo spirito e la volontà di rispondere alla storia, per l’impegno che gli uomini hanno di custodi delle memorie. Abituato a vedere orrori ovunque, mi sono trovato davanti a un restauro che possiamo dire veramente conservativo, nei dettagli, nel gusto dei particolari, nella volontà di ricostruire”.

Ma la sorpresa più grande Sgarbi la trova all’interno del Castello.

“Nello splendido Salone degli Specchi, dove il leone rampante della famiglia Compagna domina ovunque, è stato chiamato a decorare il soffitto un pittore di Monopoli, Ignazio Perricci, il quale ha operato con una grazia infinita, che rende straordinario questo luogo. Con un gusto che potremmo definire biedermeier ha realizzato le figurine che si affacciano come su un cielo stellato, augurale. È come se fossimo a cielo aperto a osservare le stelle, con una tenda tirata, meraviglioso trompe l’oeil, mentre i personaggi guardano noi e intanto salutano anch’essi le stelle. Un’immagine meravigliosa, che fortunatamente è rimasta come fu concepita nel 1871…

“Con un simile restauro sarà facile dire ‘vai a Corigliano e guarda il Castello’. Sia pur lentamente, questa città entrerà nei percorsi obbligatori dei luoghi da conoscere, da vedere, come già è accaduto per quei luoghi che sono esaltati grazie alla capacità di chi li ha abitati di conservarne la memoria.”

C’è da sperare che l’indicazione di Vittorio Sgarbi trovi grande accoglienza.

 

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