PUNTA (E TACCO) LO STIVALE È COSÌ

La Calabria,  punta dello stivale, è bagnata a ovest dal mar Tirreno, a est dal mar Ionio, e a sud-ovest è separata dalla Sicilia dallo Stretto di Messina, la cui distanza minima tra Capo Peloro in Sicilia e Punta Pezzo in Calabria è di soli 3,2 km, segno del legame geologico presente in profondità tra il massiccio dell’Aspromonte e la catena dei Peloritani.

Superficie della Calabria per zone altimetriche

La Calabria ha una superficie prevalentemente collinare, che si estende per il 49,2% del suo territorio. Presenta ampie zone montuose che coprono il 41,8% del suo territorio:

  • a nord il versante meridionale del Massiccio del Pollino al confine con la Basilicata, con le vette più elevate della Calabria, il Monte Serra Dolcedorme 2.267 m e il Monte Pollino 2.248 metri;
  • nel nord-ovest, a sud della piana di Campotenese, si elevano i cosiddetti Monti di Orsomarso dove la cima più alta raggiunge i 1.987 m con il Cozzo del Pellegrino, e a sud del Passo dello Scalone c’è la Catena Costiera, che si allunga tra la costa tirrenica e i profondi valli dei fiumi Crati e Savuto, che la separano dall’altopiano della Sila;
  • nel centro-nord la Sila, un vasto altopiano con foreste di aghifoglie e latifoglie che si estende a sud fino all’istmo di Catanzaro; la vetta più alta è il Monte Botte Donato (1928 m);
  • tra l’istmo di Catanzaro e il valico della Limina sorgono le Serre calabresi, tra cui spiccano quelle vibonesi che si spingono con un doppio allineamento montuoso fino a congiungersi direttamente con l’Aspromonte; la vetta più elevata delle Serre (1956 m), il Monte Pecoraro, raggiunge 1423 metri;
  • fra le pianure di Piana di Sant’Eufemia e di Piana di Gioia Tauro si erge il gruppo del Monte Poro 710 m. nella zona sud della provincia di Vibo Valentia;
  • a sud infine si erge l’acrocoro dell’Aspromonte la cui vetta più elevata, il Montalto o Monte Cocuzzo che raggiunge i 1956 metri;
  • la pianura più grande della Calabria è la Piana di Sibari. Le pianure coprono il 9% del territorio e sono tutte di modesta estensione. Le montagne occupano circa il 41%.

Fiumi e laghi

I fiumi della Calabria non presentano generalmente uno sviluppo significativo a ragione della forma, stretta e allungata del territorio regionale e a causa della disposizione dei rilievi montuosi, sono a carattere torrentizio. Fanno eccezione il Crati e il Neto, i fiumi più lunghi, i quali sfociano entrambi nel mar Ionio. Tributano anch’essi allo Ionio, ma con un corso di gran lunga più breve, il Trionto, il Tacina e il Corace; questi ultimi fiumi, come peraltro il Neto, nascono dalla Sila. Dall’altopiano della Sila hanno origine anche l’Amato e il Savuto, che insieme al Lao che scende dal Massiccio del Pollino, sono i maggiori fiumi del versante tirrenico. Gli altri corsi d’acqua sono ancora più brevi e hanno le caratteristiche tipiche delle fiumare in quanto hanno regime torrentizio, scorrono incassati in stretti versanti a monte per poi riversarsi nelle pianure alluvionali in ampi alvei ciottolosi, asciutti per gran parte dell’anno, ma che possono riempirsi repentinamente in occasione di temporali o piogge violente.

Esistono numerosi laghi artificiali, soprattutto sull’altopiano della Sila. I principali sono l’Ampollino, l’Arvo, il Cecita, l’Angitola e il Passante.

Geologia
Quando si parla della geologia della Calabria ci si riferisce generalmente all’Arco calabro, anche detto “Arco Calabro-Peloritano”. È un dominio semi-circolare che comincia a sud della Basilicata e comprende il settore nordorientale della Sicilia, con i Monti Peloritani.

Il basamento della Calabria è costituito principalmente da rocce cristalline e metamorfiche di età Paleozoica, coperte dai successivi sedimenti principalmente Neogenici. Le rocce del substrato sono costituite da diverse unità tettoniche (“falde”) sovrapposte le une alle altre e sulle unità degli Appennini meridionali e delle Maghrebide siciliane.

La Calabria è una regione ad elevata pericolosità sismica.

Clima
Il clima calabrese è generalmente di tipo mediterraneo. Il litorale ionico è più secco e arido di quello tirrenico che si presenta con un clima più mite. Le temperature in genere lungo le coste non scendono mai sotto i dieci gradi e non salgono mai sopra i 40 °C, con punte eccezionali di 42-44 °C nei mesi estivi. Lungo gli Appennini e nelle zone interne, dal Pollino alla Sila fino all’Aspromonte, il clima è montano appenninico (continentale freddo) con inverni freddi e nevosi, l’estate è tiepida e non mancano i temporali. Da segnalare l’interessante escursione termica giornaliera, in inverno, nella valle del Crati, dove anche a quote di pianura possono verificarsi abbondanti nevicate.

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