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La Terra della Simana Santa
7 Aprile 2023 @ 8:00 am - 5:00 pm
Vito Teti Docente di Antropologia nell’Università della Calabria
La Calabria può diventare la terra della Settimana Santa. La storia, la cultura, la tradizione,
consentono a questa regione di offrirsi, e di promuoversi, come terra della Simana Santa.
I riti del periodo pasquale presentano una ricchezza e una varietà di espressione tali
da consentire di comporre un itinerario religioso e antropologico di grande intensità.
Queste celebrazioni (come le sacre rappresentazioni, le diverse processioni, le Affruntate)
hanno spesso un carattere teatrale e sempre una grande carica spettacolare.
La vicenda esemplare della morte-resurrezione di Cristo è narrata e rappresentata in forme
drammatiche, che vedono una partecipazione attiva dei diversi ceti sociali di tutte le comunità.
Sono sempre riti d’incontro all’interno di comunità che spesso hanno conosciuto processi di
disgregazione, separazione, abbandono. Altre volte svolgono un ruolo di raccordo tra antico e nuovo
abitato, tra zone marine e aree collinari. Raccontano sempre una Calabria che esprime un desiderio
di aggregazione, di superamento di divisione, e di speranza. I riti che si svolgono, ad esempio, a Laino,
Luzzi, Rossano, Corigliano, Cassano, Nocera Terinese, Tiriolo, Catanzaro, Vibo Valentia, Caulonia,
Cinquefrondi, Bagnara, ma anche in tanti altri luoghi, hanno già una loro notorietà anche fuori
regione e rivelano nei fatti una grande potenzialità di attrazione.
Da tempo ho istituito un gruppo di ricerca presso il Centro di Antropologie e Letterature
del Mediterraneo, e stiamo lavorando a una mappa ragionata di questi riti. È uno studio che da un
lato consente di cogliere le logiche e le dinamiche della nostra cultura che si apre alla globalizzazione;
dall’altro ci fa riflettere sulla necessità di provare a modificare i flussi turistici.
Senza fare intrusione nelle dinamiche mitico-rituali di queste celebrazioni e quindi col massimo
rispetto, si potrebbe provare a inserirle nei circuiti del turismo religioso che negli ultimi anni
fa segnare un incremento costante. In Spagna, ad esempio, la Settimana Santa è diventata una grande
occasione turistico-culturale e un veicolo di conoscenza della storia religiosa dei luoghi, con grande
ricadute per le economie locali.
Questa tipologia di turismo è culturalmente più qualificato, diverso rispetto a quello estivo,
pertanto si porrebbe come target ideale per promuovere una Calabria diversa, quella dei paesi interni,
quella su cui occorre sicuramente puntare quale che sia l’ipotesi di sviluppo che si vuole perseguire.
È importante pensare che questi riti si svolgono nella primavera, e che per il turismo nostrano,
che in questo periodo fatica, potrebbe diventare una buona opportunità per destagionalizzare l’attività.
Una Simana Santa potrebbe attrarre turisti, studiosi, emigrati in un periodo favorevole per escursioni,
gite, visite guidate. Bisognerebbe programmare per tempo e governare un processo che dovrebbe
mettere in sinergia comunità, confraternite, enti pubblici, Regione, province, operatori turistici
e culturali, associazioni di artigiani e di altre categorie professionali, operatori del mondo della
ristorazione, dell’agriturismo, dell’accoglienza nelle case di tanti comuni.
Il progetto avrebbe ricadute economiche ma anche notevoli ricadute culturali, economiche, sociali,
e sarebbe un modo di far conoscere le vicende storico-religiose e antropologiche della nostra terra
a chi viene da lontano. Al contempo potrebbe essere un modo diverso per raccontare la Calabria
ai calabresi, una delle tante nostre Calabrie e una delle più belle, intensa e ricca di spiritualità,
lontanissima da quegli stereotipi negativi che la nascondono.