Giulio Palange- un amico che non dimentico

Dieci anni fa, il 17 novembre del 2011, Giulio Palange ci ha lasciato per sempre.Era nato a Cosenza nel maggio 1941 ma “il mio luogo d’appartenenza è Castrovillari” diceva e il Pollino riempiva le memorie del vissuto dei genitori, dei nonni, insomma di una lunga onda familiare.
Giulio Palange è stato una firma di Itaca fin dall’inizio, disponibile a tutte le esigenze del giornale, senza mai risentirsi se qualche volta un suo pezzo richiesto magari con urgenza è poi rimasto fuori per le solite questioni di spazio.Ci eravamo conosciuti in RAI, a Cosenza, trent’anni fa e pur con lunghi intervalli ci siamo ritrovati in più occasioni, ammalati entrambi di “calabresità”, riprendendo il discorso come ci fossimo lasciati il giorno prima.
Un intellettuale appassionato, rigoroso in tutto ciò in cui metteva mani e testa: giornalista, autore di teatro, poeta…
Ricordo in particolare la sua cura, per la Terza Rete RAI calabrese, del ciclo televisivo del teatro dialettale e poi tutti i contributi per la rivista Cittàcalabria, pubblicata negli anni ’80.
Non ci siamo mai dati del “tu”, ma questo ha significato – sono certo anche per lui – rispetto e stima reciproci.
Per Itaca ha raccontato delle storie così, come avevamo concordato di rubricare i suoi articoli, brandelli di vita calabrese emigrante, impastati di sogno, avventura, ma invariabilmente venati dal segno malinconico della sconfitta.Giulio Palange è stato un ricercatore scrupoloso, uno studioso curioso del nostro mondo. Ha scavato in profondità dove altri, magari per malinteso orgoglio intellettuale, hanno pensato inutile inoltrarsi. E per questo il suo contributo rimane insostituibile.
Aveva chiesto dieci copie del giornale con il suo ultimo articolo – non retribuito come per tutti i collaboratori di Itaca – inviando preventivamente il versamento dell’importo. E questo dice tutto dell’uomo e del suo stile. E quando gli ho scritto per concordare il suo contributo per il numero in uscita, non ho ricevuto, da lui così puntuale e scrupoloso, risposta. Mi sono preoccupato e telefonando a casa ho appreso dai familiari della malattia scoperta due mesi prima che se lo stava portando via. Così come è stato dopo pochissimi giorni.