Le prime tracce della presenza dell’uomo in Calabria risalgono al Paleolitico come testimoniano i ritrovamenti nelle grotte di Praia a Mare e il graffito del Bos primigenius della Grotta del Romito a Papasidero, una figura di bovide incisa nella roccia 12.000 anni fa.

Durante l’era dei metalli giunsero nuove popolazioni, uno degli insediamenti più importanti risalente a quel periodo è il complesso di Torre Galli nei pressi di Vibo Valentia. Nei pressi di Roccella Ionica, sul finire degli anni sessanta, furono condotti degli scavi che riportarono alla luce una necropoli risalente all’età del ferro, così come, negli anni cinquanta, in contrada Ronzo a Calanna (Kalanè in greco-calabro), a poca distanza dall’abitato si scoprì la necropoli di un villaggio protostorico databile ai secoli XI – X a.C.. Importanti reperti ritrovati sono conservati a Reggio Calabria nel Museo nazionale della Magna Grecia.

 Cosa ci racconta il mito
Secondo il mito, Aschenez, pronipote di Noè, mercante semita e inventore della barca a remi, giunse tre generazioni dopo il diluvio universale sulle sponde dove fu fondata Reggio.

Più tardi, secondo il mito greco, circa 850 anni prima della guerra di Troia, vi sarebbero giunti Enotrio e Peucezio (riportato anche come Paucezio), di stirpe enotria e pelasgica, originari della Siria che, trovando il suolo molto fertile, chiamarono la regione “Ausonia” in ricordo dell’Ausonide, fertile zona della Siria. Secondo la leggenda Enotrio avrebbe regnato per 71 anni e alla sua morte gli sarebbe succeduto il figlio Italo (“uomo forte e savio” secondo quanto narra Dionigi di Alicarnasso) che regnò su una popolazione “Italòi” che occupavano la penisola nella zona situata a sud dell’Istmo di Catanzaro –  oggi province di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria –  dalla quale l’Ausonia avrebbe preso il nuovo nome di “Italia”, come riportano Tucidide (quella regione fu chiamata Italia da Italo, re arcade”) e Virgilio (Eneide, III). Sappiamo comunque da Dionigi di Alicarnasso e Diodoro Siculo che gli “Ausoni” erano stanziati nella zona di Reggio già intorno al XVI secolo a.C..
Tali popolazioni dunque (Ausoni-Enotri-Itali, di probabile origine indoeuropea), avrebbero abitato prevalentemente le zone costiere. I Lucani (Italici indoeuropei, appartenenti al gruppo osco-umbro), abitavano nella regione che da essi prese il nome di “Lucania”, a nord della Calabria. L’entroterra della Calabria (chiamato in seguito dai Romani “Bruttium”), fu abitato principalmente dai Bruzi (di temperamento bellicoso, chiamati Brutti o Bretti, strettamente imparentati coi Lucani) oltre che da genti di origine iberica.

Il centro nevralgico di questo popolo era Consentia, l’attuale Cosenza, la quale fu eletta dalle tribù dei Bruzi, dopo essersi coalizzate in una lega, “capitale” della regione. Fu occupata dai Romani assieme al resto della Magna Grecia nel 265 a.C., ma durante la seconda guerra punica si ribellò a Roma per allearsi con Annibale, per poi ritornare sotto il saldo controllo della repubblica romana dopo la sconfitta del condottiero cartaginese.
Di fondamentale importanza è l’arrivo sulle coste calabresi dei Greci che si mescolarono con gli altri popoli autoctoni, dando vita ad una cultura meticcia, greco-italica, estremamente florida nei secoli successivi. I Greci fondarono fiorenti colonie, così magnificenti da guadagnarsi l’appellativo di Magna Graecia (Grande Grecia), così importanti da superare, in alcuni casi, la stessa madrepatria.
Tra l’VIII e il IV secolo a.C. infatti fiorivano su tutta la costa numerose e importanti città della Magna Graecia, come Rhegion, Kroton, Locri Epizephyrii, Metauros e Sybaris, e numerose sub-colonie fondate dalle colonie stesse quali Kaulon, Hipponion, Medma, Terina e Scolacium.
La storia delle poleis magnogreche vide primeggiare politicamente ed economicamente le città di Reggio, come padrona dello Stretto di Messina e della Calabria meridionale, di Locri Epizefiri nella parte sud della regione, e di Crotone in quella settentrionale, in una storia fatta di alterne alleanze e conflitti tra le tre potenze della regione.

Successivamente, con la pressione delle popolazioni italiche dei Bruzi e dei Lucani (che conquistarono anche la gran parte poleis greche), e con l’avvento di Roma, la Magna Graecia iniziò il suo declino, dovuto anche ad una continua lotta per il predominio tra le poleis.
Dopo la conquista da parte dei Romani, nel III secolo a.C., i territori assunsero la denominazione di “Brutium” ma, a parte alcune città alleate, dunque non sottomesse all’autorità di Roma, gran parte della regione non fu in grado di ritrovare la prosperità di un tempo. Le poleis magnogreche erano quindi destinate a perdere il proprio potere in favore di un’alleanza (come nel caso di Reggio) o di una colonizzazione romana (nel caso di Crotone, di Locri Epizefiri, e delle altre città minori).

Crotone, particolarmente importante nel I secolo a.C. e nel successivo, ospitò anche l’esercito e la flotta di Cesare e poi di Ottaviano. Unica roccaforte della lingua e cultura greca rimaneva Reggio, che attraverso la Via Popilia si collegava con Roma.

 Medioevo – Il ducato bizantino 
Con la caduta dell’Impero romano d’Occidente, la Calabria fu devastata dalle guerre gotiche, tra goti e bizantini che ebbero la meglio. Successivamente a causa dell’invasione longobarda i Bizantini persero gran parte dell’Italia compresa anche parte della Calabria settentrionale. I territori rimasti del Bruzio furono aggregati con le terre possedute nel Salento, formando il ducato di Calabria compreso nel thema di Sicilia.

Successivamente il dominio bizantino in Italia Meridionale fu diviso in: thema di Langobardia, con capitale Bari, e, una volta caduta la Sicilia in mano agli arabi, in thema di Calabria, con capitale Reggio. Quest’ultimo territorio aveva dunque ereditato il nome Calabria, precedentemente usato per designare la penisola salentina; con l’estendersi delle conquiste bizantine fu organizzato anche il thema di Lucania che comprendeva parte dell’odierna Calabria settentrionale.
Durante l’alto medioevo gli abitanti furono spinti verso l’interno della regione sia dalle pestilenze che dalle incursioni piratesche, una vera minaccia per gli insediamenti costieri, ininterrotta sino alla fine del XVIII secolo. Numerose furono le fortificazioni collinari e montuose nell’entroterra: villaggi arroccati in posizione sufficientemente arretrata e inaccessibile da poter avvistare in tempo le navi nemiche e sbarrare prontamente le vie d’accesso ai centri abitati.
Nel IX e X secolo, la Calabria fu terra di confine tra i Bizantini e gli Arabi insediatisi in Sicilia, che si contesero a lungo la penisola, soggetta a razzie e schermaglie, spopolata e demoralizzata, ma con gli importanti monasteri bizantini, vere e proprie roccaforti della cultura del tempo, e patria di numerosissimi santi monaci (san Nilo da Rossano, san Gregorio da Cerchiara…).

Alla lunga contesa arabo-bizantina mette fine però la famiglia normanna degli Altavilla. L’anno 1061 sancisce infatti che la Calabria è dei Normanni, suddivisa tra Roberto il Guiscardo, Duca di Calabria, e Ruggero, Conte di Calabria. Il dominio fu esteso alle Puglie e da questo momento ha termine ogni pertinenza bizantina.

  • Roberto conferma Reggio capitale del Ducato di Puglia e di Calabriae sede del giustizierato di Calabria, nominandosi egli stesso Duca;
  • in questo periodo Cosenza diviene capitale e sede del giustizierato Val di Crati e Terra Giordana e residenza di Ruggero II, Duca di Calabria che iniziò la costruzione del Castello sui ruderi di una fortezza saracena;
  • Ruggero è invece Conte di Calabria, vassallo del fratello Roberto, con sede a Mileto.

Roberto il Guiscardo fu investito Duca di Puglia, Calabria e Sicilia il 23 agosto 1059 da papa Niccolò II con la formula: per Grazia di Dio e di San Pietro duca di Puglia e Calabria e, se ancora mi assisteranno, futuro Signore della Sicilia.

È di questo periodo la diffusione del sistema feudale. Nel 1443 Alfonso il Magnanimo d’Aragona conquistando i territori degli Angioini assegnò il territorio di Reggio a Catanzaro, poiché Reggio aveva appoggiato il suo avversario Renato d’Angiò. Ma una ventina di anni dopo nel 1465 Ferdinando I di Aragona (Ferrante) riassegnò il titolo di capoluogo a Reggio. (Una competizione, come si vede, di antiche radici, N.d.R.). Il periodo aragonese consacrò Cosenza la più importante città del reame nel campo del diritto (1494 -1557). Dopo Napoli diventa la seconda città ad avere una cartografia e nel 1511 nasce l’Accademia Cosentina fondata da Aulo Giano Parrasio e portata al suo massimo splendore da Bernardino Telesio, il più grande dei cosentini illustri, definito da Francesco Bacone “il primo degli uomini nuovi”.
Nel XVI secolo in Calabria fu confermata la divisione nelle due province di Calabria Citeriore (o Citra) e Calabria Ulteriore (o Ultra) governate inizialmente da un solo magistrato, poi dal 1582 le due province furono amministrate da due distinti governatori:

  • uno a Cosenza per la Calabria Citeriore: il capoluogo nel XVI secolo attraversò un impressionante fioritura umanistica e segnò una rinascita intellettuale, tanto che venne definito “Atene della Calabria”;
  • uno a Reggio dal 1582 al 1592, poi a Catanzaro per oltre 220 anni dal 1593 al 1816 per la Calabria Ulteriore. Per un breve periodo fu capoluogo della provincia anche Monteleone (l’odierna Vibo Valentia).

Dallera moderna ai nostri giorni
Nel 1098, Papa Urbano II investì Ruggero del ruolo di nunzio apostolico e gli Altavilla con la loro dinastia divennero precursori del Regno di Napoli o Regno delle due Sicilie che dominò la Calabria fino all’unità d’Italia. Lo stesso Regno di Napoli subì diverse dominazioni: le dinastie degli Asburgo, di Spagna e d’Austria, Borbone, e per un breve periodo il generale cognato di Napoleone, Gioacchino Murat, che fu giustiziato nella cittadina di Pizzo.
L’Aspromonte, regione montana nel sud della Calabria, in provincia di Reggio, fu scenario di una famosa battaglia del Risorgimento, in cui Giuseppe Garibaldi rimase ferito. È tuttora possibile ammirare l’albero cavo in cui secondo la tradizione Garibaldi si sedette per essere curato, nei pressi di Gambarie, vicino a Reggio. In questo periodo anche a Cosenza si manifestarono movimenti liberali e patriottici, il più noto è quello del 15 marzo 1844 che si concluse con uno scontro a fuoco nel Largo dell’Intendenza tra i soldati borbonici e 21 patrioti poi condannati a morte, e dei quali ne furono giustiziati soltanto sei. Da questa rivolta presero spunto i Fratelli Bandiera, veneziani, che giunsero in soccorso ai fratelli calabresi ma vennero fucilati presso il Vallone di Rovito assieme ad altri sette ufficiali il 25 luglio 1844.
In seguito i cosentini parteciparono a molte vicende del Risorgimento, dalle guerre d’indipendenza fino all’impresa dei Mille. Garibaldi fu a Cosenza il 31 agosto del 1860; due mesi dopo, un plebiscito sanzionò l’annessione al Regno d’Italia. Con il Regno d’Italia costituito nel 1861, la Calabria fu divisa amministrativamente nelle province di Catanzaro, Cosenza e Reggio, rimarcando esattamente le preesistenti province del Regno delle Due Sicilie. Nel 1947 la Calabria è una delle 19 regioni (divenute 20 nel 1963 a seguito dell’autonomia del Molise dall’Abruzzo) previste dalla Costituzione Italiana. (art. 131). Nel 1970 fu definitivamente istituita la Regione Calabria con Catanzaro capoluogo.

COMMUNITY