Il castello di Roseto Capo Spulico si eleva in incomparabile posizione paesaggistica, su uno scoglio leggermente rialzato al di sopra della rena circostante, in riva alle acque chiare del mar Ionio. L’origine del maniero non è stata ancora puntualizzata, ma si ritiene che la fortificazione possa risalire ad epoca pre-federiciana, e più probabilmente normanna, allorché Roberto il Guiscardo e il fratello Ruggero si divisero la Calabria e decisero di eleggere la Porta Roseti quale confine dei relativi possedimenti. Il primigenio complesso fortificato dovette essere poi ristrutturato da Federico II, con un’operazione di restyling che ne definì le forme attraverso l’impiego di blocchi litici sbozzati irregolarmente. Di certo, tuttavia, all’epoca dell’Hoenstaufen il castello era decorato da magnifiche pitture, presumibilmente di carattere profano, che oggi sono purtroppo scomparse.

Un documento duecentesco ricorda in effetti come, in un suo mandato, l’imperatore svevo caldeggiasse un intervento conservativo, volto a scongiurare i pericoli derivanti alle parti in legno e ai dipinti dalle infiltrazioni di pioggia. L’intrusione angioina nel Mezzogiorno d’Italia procurò altri rimaneggiamenti all’edificio, che nel 1275, secondo i registri degli Angiò, ospitava un castellano, uno scudiero e dodici guardie. Il castello ha comunque ha saputo attraversare i secoli, giungendo fino a noi in uno stato di conservazione tutto sommato accettabile, almeno esternamente e almeno in confronto a costruzioni medievali coeve.

Sulla sua derivazione da modelli templari alchemico-esoterici si è affannata una recente ipotesi, che ne farebbe derivare le forme dal Tempio di Gerusalemme. Inoltre, sempre secondo questi ultimi studi, vi sarebbe stata addirittura custodita la Sacra Sindone, episodio da correlare a tutta una serie di simboli templari e rosacrociani sparsi qua e là per il castello. Pensare: in una realizzazione tanto esoterica, attualmente si organizzano matrimoni e ricevimenti d’ogni genere. Anche su prenotazione. Il monumento è di proprietà privata.

La struttura del castello
La conformazione castellare della fortificazione di Roseto Capo Spulico si imposta su una pianta trapezoidale irregolare, che segue l’andamento dello strato litologico sottostante e lascia riconoscere le sue parti più antiche nella più alta delle torri. L’architettura generale è apparentemente imperniata sulla mole di un mastio quadrangolare, a cui si addossa un corpo di fabbrica di fattura piuttosto articolata e complessa. L’ingresso è ricavato nella muratura di una cortina circolare con apparato a sporgere, mentre una torretta quadrata sul lato opposto e una cortina merlata sul versante del mare contribuiscono a completare l’insieme della costruzione. Proprio la presenza dell’apparato a sporgere denuncerebbe dei rimaneggiamenti successivi all’età federiciana, collocabili forse nel periodo della dominazione angioina. Di estremo interesse risultano le rifiniture in calcare ben sagomato delle finestre, che si aprono con i loro eleganti archetti a illuminare l’ombra scura della tessitura muraria.

Come arrivarci: con l’Autostrada del Sole, fino all’uscita per Sibari. Raggiunta Sibari (a 25 Km da Roseto) con la superstrada 534, immettersi nella strada statale 106 (Jonica), direzione Taranto.

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